Focus Giovani 2018 / 2019

12 - 13 - 14 ottobre 2018 / FOCUS GIOVANI

Tuscania, Supercinema

DANZA D'AUTORE / FOCUS GIOVANI

rassegna di Giovani Autori della Danza Italiana

 

12 - 13 - 14  ottobre 2018

 

venerdì 12 ottobre - ore 21.00   ANIMULA  di e con Daria Menichetti. A seguire MERU  di Daria Menichetti, con Francesco Manenti

sabato 13 ottobre - ore 21.00   PAOLO E FRANCESCA di Luigi Aruta, con Luigi Aruta e Giada Ruoppo. A seguire NON RICORDO di e con Simone Zambelli

domenica 14 ottobre - ore 19.00   ISOLE SENSIBILI di e con Luca Zanni e Maria Vittoria Feltre. A seguire NOTHING TO DECLARE di e con Yoris Petrillo e CHENAPAN di e con Francesco Colaleo e Maxime Freixas - cie MF

 

Ingresso: 5 euro - Ridotto: 3 euro

 

informazioni e prenotazioni:

VERA STASI  barbarini.verastasi@gmail.com  -  cell 348 4798951  -  www.progettiperlascena.org

TWAIN  info@cietwain.com  -  cell 338.2051200 - www.cietwain.com

 

Organizzazione a quattro mani:  ASSOCIAZIONE VERA STASI con TWAIN - Centro di Produzione Danza della Regione Lazio, con il sostegno di Mibact, Regione Lazio, Comune di Tuscania, e il contributo di Banca di Credito Cooperativo di Roma

21 settembre 2019 / FOCUS GIOVANI / Barbara Berti

Barbara Berti
BAU#1 - An interactive piece 
(Series BAU / Choreography oh Thinking)

FOCUS GIOVANI 2019 / 21 settembre ore 21:00

creazione coreografica di e con: Barbara Berti
consulenza drammaturgica: Carlotta Scioldo
assistente alla coreografia: Liselotte Singer
assistenza luci: Thomas Cicognani

 

produzione: TIR Danza
con il supporto di: Ariella Vidach
in collaborazione con: DiD Studio NAO CREA residenze, H(abita)T – Rete di spazi per la danza, Ballhaus Ost (Berlino) e Santarcangelo Festival

 

La serie BAU – Coreografia del pensare si basa su una ricerca che dialoga sia con la parte più istintiva dell’uomo, con il suo subconscio, sia con la percezione cosciente della realtà. Tale ricerca, iniziata nel 2013, ha dato vita a un metodo di lavoro applicato alla danza e alle arti performative, centrato sull’esplorazione delle connessioni invisibili tra corpo e mente, attivate in tempo reale dal performer e dagli spettatori in una sorta di interazione dialogica tra i rispettivi spazi interiori.
Una pratica trasformatasi nel tempo in una precisa cifra stilistica, che pone al centro dell’indagine il pubblico come necessaria e imprescindibile polarità dell’atto performativo. La domanda, per certi versi laicamente mistica, è: cosa significa essere contemporaneamente nella materia e nella non-materia? È possibile trovare un modo e uno spazio per percepire l’unità tra queste due condizioni?

BAU#1 parte dall’attenzione sui processi creati “dall’azione del pensare” e le intenzioni che tali processi possono produrre. Per esempio, come possiamo riconoscere in un ambiente il mutare di un’energia intesa come cambio di attenzione e di presenza del performer e del pubblico?
Partendo da alcune pratiche legate alla meditazione, BAU#1 esplora in termini coreografici il “disembodiment”, nel creare, cercare e riconoscere il momento della separazione e del distacco tra l’azione del pensare e il pensiero stesso. Per tentare di mettere a fuoco quella condizione indefinibile di presenza-in-assenza tra mente e corpo, si esplorano terreni della non-umanità e dell’a-verbale passando attraverso il movimento e la parola. Questa creazione mira alla costruzione, all’esperienza e all’analisi di una meditazione guidata, come processo interiore in dialogo e in relazione col pubblico.

Il lavoro apre una riflessione sui processi di co-creazione tra performer e audience, in relazione a quello che è presente nella ‘situazione’ ogni volta differente con il pubblico, investigando il rapporto tra spazio scenico e costruzione drammaturgica, tra parola e coreografia.
Il lavoro è una pratica performativa che riflette anche gli strumenti del teatro e della danza, o i confini tra essi, diventando una riflessione anche su che cos’è quindi la teatralità oggi. Questo lavoro, che continuamente indaga i confini tra pratica meditativa, linguaggio coreografico e uso del testo, pensiamo possa aprire strade per nuove estetiche e poetiche all’interno del contesto italiano, includendo la ritualità nella performatività e abbracciando le pratiche della meditazione e del rituale.

Barbara Berti è coreografa e danzatrice. Nasce a Bologna e lavora tra l’Italia e Berlino. Dopo una formazione come graphic designer, si è avvicinata alle arti performative collaborando con performer e danzatori come Judith Seng, Tino Sehgal, Gabi Schilling, Isabelle Schad, l’istituzione Bauhaus. Contestualmente ha sviluppato una propria dimensione autoriale nella danza contemporanea, elaborata in un personale linguaggio coreografico grazie al contributo di discipline ibride quali instant composition, body-mind centering, meditazione e contact improvisation. Nel 2014 vince il premio giuria del festival 100Grad Berlin HAU2 con I am a shape, in a shape, doing a shape, selezionato nella versione italiana alla Vetrina della Gd’D 2016 e per il Premio Gd’A– Giovane Danza d’Autore dell’Emilia-Romagna 2017. Nel 2017 vince in ex-aequo il Premio Scenario con BAU#2 – Dalla serie Coreografia del pensare. Nel 2019 rappresenta i 100 anni di anniversario del Bauhaus con un assolo.
Dal 2016 al 2018 è un’artista sostenuta da Tir danza.
Dal 2019 è  sostenuta da Ariella Vidach Aiep.

(Trailer https://vimeo.com/254528384)

21 settembre 2019 / FOCUS GIOVANI / Gennaro Lauro

SARAJEVO (2018)
la strage dell’uomo tranquillo_studio

FOCUS GIOVANI / 21 settembre ore 21:45

idea e creazione: Gennaro Lauro
coproduzione: Associazione Sosta Palmizi
finalista del Premio Equilibrio 2018
selezionato per la Vetrina Giovane Danza d’Autore – Anticorpi XL 2018

 

sostenuto da: Impasse/Cie Greffe (Svizzera), Dansomètre (Svizzera), Lo Studio (Svizzera), La Ménagerie de Verre (Francia), L’Echangeur – CDCN (Francia)
durata 10 minuti

 

“Un solo per non essere solo”.

Ci ritroviamo immersi in una guerra senza nome né definizione. La attraversiamo e ne siamo attraversati, benché non sappiamo darle un nome. Eppure ci riguarda. La nostra vita quotidiana è perlopiù piegata a una silenziosa allerta e circospezione: il nostro tempo di pace non è affatto pacifico, ma nervoso, isterico e diffidente.

 

Gennaro Andrea Lauro, nato nel 1982 in Inghilterra e cresciuto in Italia, dopo gli studi di Filosofia e Lingue Orientali, si è avvicinato alla danza e al teatro, lavorando dal 2013 per le compagnie Sosta Palmizi (Sulla Felicità) e Atacama (Un bambino), la compagnia svizzera Greffe (Zaoum), e collaborando con la compagnia Cuenca/Lauro (Berlino) come assistente alla creazione di (zero). Ha lavorato come interprete nelle creazioni di Romeo Castellucci, Moses und Aaron per l’Opéra de Paris e il Teatro Real de Madrid, e Tannhäuser per il Bayerische Staatsoper e l’NHK di Tokyo. A Roma ha fondato il gruppo di ricerca teatrale Caravan, lavorando come interprete nei pezzi No(t)I e Frammenti. Ha anche interpretato piccoli ruoli in produzioni cinematografiche e continua a lavorare come traduttore editoriale. Sarajevo è la sua prima creazione.

Trailer:
https://vimeo.com/316545150

Teaser:
https://vimeo.com/272043258